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SENZA PAROLE


Da quando sono rimasta incinta dei gemelli, per tutta la durata della gravidanza e dopo la loro nascita .....sono stata oggetto di confidenze da parte di persone sconosciute più o meno felici sui gemelli.

Mi hanno raccontato:
- parti durati ore e ore con mariti svenuti e bambini piccolissimi portati in patologia per mesi.....
- parti fulminei con mariti presenti e bambini cicciotti buoni e bravi
- parti cesarei stupendi senza dolore e "....ero in piedi dopo 4 ore per andare a vedere i bambini..."
- parti cesarei orribili con dolori atroci e ...."mi sono ripresa dopo mesi...."

- allattamenti tremendi con ragadi sanguinanti e "Ho smesso perché era uno strazio...."
- allattamenti magnifici e "Mangiavano ogni 3 ore e di notte dormivano"..
- allattamenti artificiali bellissimi..."Mangiavano ogni 4 ore e di notte tiravano 6 ore"...

Io ho sempre ascoltato in silenzio e con orrore o invidia tutti questi racconti e mi son sempre chiesta....."Cosa porta una donna a raccontare l'avventura del suo parto disastroso dinnanzi ad una povera gravida....che ha già i suoi pensieri???"

Credo che la solidarietà femminile quando sei incinta svanisca e sembra che alcune mamme traggano piacere nel raccontarti in maniera truce e minuziosa tutto ciò che è andato storto per poi concludere...."Ma vedrai che a te andrà bene!!!!"......questa frase suonava a volte come una minaccia.....a volte come un augurio sincero....

Il racconto che più mi lascia basita e senza parole è quello relativo alla sindrome di trasfusione feto-fetale.

Ho ascoltato racconti terribili di mamme che alla vista dei gemelli mi dicevano: "Anch'io aspettavo due gemelli, ma poi uno al terzo mese l'ho perso....." oppure situazione peggiore "Anche lei (Indicando la bambina di 6 anni) era una gemella e adesso la sua sorellina è il suo angelo custode.......

L'ennesimo racconto di questo genere me l'hanno fatto Lunedì all'interno di un negozio di abbigliamento di bambini.....una signora mi ferma e dice "Ma che bello due gemelli....maschio e femmina....Anche lei aveva una gemella...ma al terzo mese....è morta. Sa io sono gemella e ho gemellato....ma io sono una vera gemella....invece i suoi sono fratelli".
Io visibilmente scossa ho annuito, salutato e me ne sono andata.
Non sapevo assolutamente cosa dire....
la prima volta che ho ascoltato questo racconto ero incinta e sono stata male per settimane....ero terrorizzata...ho continuato a chiedere alla ginecologa di poter sentire il battito dei bambini...per sentire che c'erano tutte e due.
Ma ora di fronte all'ennesimo racconto..... sono senza parole.

Io capisco la sofferenza di perdere un bimbo.....è così grande che per una donna non ci sono parole per esprimerla....ma il senso di condirvela con una persona sconosciuta....qual'è???
Faccio veramente fatica a capirlo.... soprattutto di fronte a confidenze del genere ....
Io vorrei veramente dire a quelle signore che mi dispiace che la loro storia sia andata così, che forse andrà meglio un'altra volta, che so di essere fortunata perché a me è andato tutto bene...
Ma alla fine rimango senza parole.....

Commenti

  1. difficile, da papa' non so che dire. Forse e' un modo per esorcizzare il lutto, una reazione "normale" perche' condividendo il lutto lo si sente pesare di meno.
    Non so, non saprei che dirti.
    ciao
    Luca

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  2. E' vero, di confidenze me ne hanno fatte tante, ma per fortuna non mi hanno mai raccontato storie come queste...e meno male, non avrei proprio saputo cosa dire.

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  3. Volevo aggiungere un altra cosa, ma il mio dito è stato più veloce della mente ;-)
    Si, mi sento molto fortunata ad avere l'opportunità di poter stare a casa con loro e rimandare il nido di un anno...so che è un lusso che in pochi possono permettersi, ma non per questo sono una mamma di serie A rispetto a chi invece deve fare un'altra scelta :-)

    www.emmaeluca.com

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  4. Non so se anche in questo caso è così, ma in generale il racconto minuzioso e ripetuto del fatto (incidente, morte e quant'altro), è un sintomo di trauma nella persona che racconta....
    certo, è un peccato che non si rendano conto che detto a uno specialista potrebbe trovare un esito ma raccontato a chiunque può a sua volta traumatizzare... l'ascoltatore!!

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  5. Molte persone amano raccontare le loro disgrazie, di qualunque genere, per essere "compatite", e ricevere attenzioni. Soprattutto quando la ferita non è così profonda come la perdita di un figlio.
    Per fortuna a me è capitato solo una volta, con la storia della feto-trasfusione, e mi ha davvero spaventata a morte.

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  6. In merito ai racconti sul parto, io ho fatto il cesareo e ti dirò che se mi capita racconto a destra e a manca di quanto sia stata positiva e assolutamente NON traumatica la mia esperienza! :)
    Da una mia cara amica mi sono sentita dire: "se vi racconto come è andata, decidete di non fare figli". Per carità, non metto in discussione il dolore altrui ma piuttosto che infondere ansia, io me ne starei zitta.

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  7. Se c'è una cosa che ho imparato durante la mia gravidanza (in senso lato, lo so che un uomo non può essere gravido, su non siate fiscali) è che la casistica è infinita.

    Apparentemente non è solo un problema femminile...ho sentito cose raccontate dai compagni delle amiche della mia donna che voi non potete neanche immaginare, ma soprattutto che non dicono mai un cazzo di interessante su loro stessi e, appena la tua donna è incinta, ti raccontano tutti i particolari della loro esperienza.

    Per me il motivo è che il parto, e la gravidanza, sono esperienze altamente traumatiche per tutti coloro che ne sono coinvolti (non solo in senso negativo...) e chi ne ha avuto esperienza si sente legittimato a scaricare le sue tensioni su chi ha condiviso, o sta condividendo, la stessa situazione proprio perchè esorcizza le paure che ha vissuto condividendole...magari sbaglio.

    Comunque non ho mai capito perchè alle elementari io ti facevo il filo e tu non mi cagavi :-)

    ciao!

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