La suddetta gara veniva disputata nel paese dove i nonni hanno una casa in montagna ed è stata arricchita da allenamenti e discorsi incoraggianti dai nonni.
Venerdì scorso ore 19.00, dopo 8 ore di onorata lavoro e una lunga colonna di macchine, arriviamo a destinazione.
Il paese brulica di gente in pantaloncini, un po' paonazzi in viso che corrono per le ripide via (la gara poi prevedeva anche quella per adulti.).
Io vado dai nani, che con il loro numero puntato sulla maglietta attendono l'inizio.
Compro una ciotola di mirtilli per stemperare la tensione e poi assistiamo curiosi al gonfiaggio del traguardo: gigantesco e blu.
Un signore parla all'autoparlante e invita i bimbi a disporsi dietro la linea di partenza. Gara per età categoria 2006-2013.
I bambini fremono, i genitori impazziscono alla ricerca del pargolo da rassicurare o da consigliare.
Il tempo scorre e i bambini sempre più impazienti sono ormai posizionati ben oltre la riga.
I grandi sono davanti, combattivi e i piccoli giocano dietro.
Sparo dello starters, Sebastiano dopo un attimo di smarrimento (lui odia spari, fuochi di artificio, scoppi in genere) corre e Martina dietro di lui.
Un giro che io decido di godermi al traguardo.....altri genitori corrono vicino ai figli e li incitano a correre, a vincere.
I nani dopo un po' arrivano...hanno finito la loro gara e sono felici, io per loro, di questa corsa fatta e finita.
Andiamo al buffet...Martina mangia nutella e anguria felice e Sebastiano si perde a vedere la gara dopo.
Ci sono le premiazioni e i bimbi vogliono andare a vederle.
Il presentatore chiama i bambini per consegnare la coppa.....ma chiama solo il primo, il secondo e il terzo....ovviamente.
Dramma: Sebastiano piange vuole la coppa, anche lui ha corso, anche lui è arrivato primo.
Io ci parlo e spiego che la coppa va data ai primi bimbi arrivati....lui risponde"Io la voglio, ho finito e davanti a me non c'era nessuno, quindi sono primo." Rispiego la regola, ma lui piange e allora io semplicemente lo tengo stretto, lo coccolo e lo accompagno in questa prima sconfitta reale , ma vittoria morale.
I nonni tentano di distrarlo con il cibo e dicono a lui che non è importante la coppa....ma lui dice "Io la voglio".
Poi arriva papone spiega le gare di sci che faceva da piccolo e le coppe che ha vinto.
Spiega la fatica degli allenamenti, spiega la gioia della vittoria e qualcosa cambia quando lui dice che una coppa gliela può prestare se vuole. Sebastiano risponde "Le tue coppe sono anche un po' mie...sei il mio papà."
Io quella gara all'inizio l'ho amata, perché credo sia bello provare a sfidarsi e giocare con altri bimbi, perché lo sport è insegnamento,allenamento.
Ma poi l'ho odiata perché il mio bambino era stato bravo, aveva gareggiato e finito la gara, ma la coppa non la poteva avere.....e poi l'ho considerata esperienza: la frustazione è un po' esperienza, la sconfitta è esperienza. Io voglio che i miei figli imparino dalle sconfitte che si può fare meglio, che è vero che l'importante è partecipare, ma se ci tengono che è giusto provare a vincere.
Io ci sarò sia con il calice della vittoria che con quello amaro della sconfitta, anche se per me la sconfitta non è amara, ma forse un po' acida.....quell'acido che all'inizio infastidisce, ma poi lascia in bocca il sapore dolce del limone.
Voglio figli intraprendenti, ma non sfegatati, voglio che si impegnino ma non che basino la vita solo sui risultati.
A volte una persona per quanti sforzi faccia rimane per un attimo impantanata in una situazione e lì in mezzo a quelle sabbie mobili riflette e pensa....riprova e con più forza tenta di uscire.
Grazie gara podistica perché Sebastiano oggi è un po' più forte e certo che può fare di più e che nessuna coppa o medaglia sono importanti per determinare la vittoria sulle paure e le debolezze che lui quel giorno ha provato.
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