Da quando sono madre, a periodi alterni, divento mamma di un bambino "difficile".
La mamma di un bambino "difficile"viene chiamata dalle maestre, dall'educatore del Cre, dai vicini di casa, dalle altre mamme e la prima cosa che le viene detta è "Hai un momento che dovremo parlare di….(aggiungere nome del figlio a piacere) perché in questo periodo faccio un po' fatica."
Dopo questa frase, io sento sempre una leggera morsa allo stomaco e inizio a fare una lista mentale delle mie fatiche, ma sfoggiando il migliore dei sorrisi, chiedo:" Perché è successo qualcosa?".
In genere non mi sono mai sentita dire "No, è solo per capire come mai faccio fatica e vedere come fare per far si che suo figlio/a stia meglio", ma la risposta è sempre "Si, oggi il bambino ha picchiato, morso, detto le parolacce, appiccicato una cicca sulla giacca della professoressa, non è venuta al cre, ha preso dei soldi alla sua compagna, risponde male….etc." Ovviamente in genere mi viene elencato una di queste situazioni alla volta, mai tutte insieme…se no credo non sarei ancora viva.
Quindi io divento la mamma di un bambino "difficile" quando i miei figli manifestano con comportamenti asociali e conflittuali un malessere.
Ovviamente poi segue colloquio con la persona adulta di turno, che mi riferisce dell'accaduto e chiede a me una mano per arginare il problema.
Io prima del colloquio, in genere, provo a parlare con il figlio/a di turno e chiedo "Tutto bene in questo periodo? E' successo qualcosa per caso?" La risposta che esce dalla bocca come una freccia scagliata da un arco è "NO!".
Io mi trovo spiazzata e non so mai se insistere oppure soprassedere e aspettare che l'adulto di turno mi racconti ogni cosa.
Ecco ciò che mi fa male più di tutto, quando sono la mamma di un bambino "Difficile" è il NO!
Ma come No, penso dentro me, ma se qualcuno mi chiede di parlare è per forza successo qualcosa…perché tu figlio/a non me lo vuoi raccontare?
Io mamma dialogo, mamma spiegazione, mamma sediamoci e racconta, mamma come è andata oggi all''asilo….perché No???
Il No è quello che mi fa pensare che forse veramente non li so ascoltare i miei figli, che non mi accorgo prima degli altri che qualcosa non va, che anche quando me ne accorgo (in genere prima della famosa chiamata…io sono già fase acqua alla gola) non riesco a prevenire, fermare, capire, contenere.
Io mamma di un bambino "difficile" poi mi confronto con le altre, con storie di amiche coraggiose, che forse di bambini difficili ne sanno molto più di me, e cerco di scorgere cosa c'è nel fondo del nostri cuori…cosa scatta quando da mamma e basta diventi per un po' mamma di un bambino "difficile"?
Quello che stringe lo stomaco e a volte fa scendere lacrime amare…cosa è?
VERGOGNA? Ma per cosa? Io giornalmente mi faccio un mazzo per dare il mio meglio ai miei figli….e se gli altri pensano il contrario chissene.
DOLORE? Per chi? Per il figlio di turno che non sta bene o per la mia trasformazione da mamma a mamma di un bambino "Difficile"?
RABBIA? Perché ancora una volta non sono riuscita a contenere i miei figli, ad ascoltarli o perché si arriva sempre al fattaccio prima di chiamarmi e non si ascoltano i messaggi che arrivano prima?
In questi giorni sono in modalità mamma di un bambino "Difficile" e questi sentimenti mi nuotano dentro, mi costringono a rivedere le mie modalità di comunicazione, il mio modo di stare con i miei figli, il mio essere mamma, la mia presenza.
Quindi credo che a volte i No e la situazione di mamma di bambino "Difficile" sia anche una fortuna perché mi da la possibilità di fermarmi a pensare, di vedere dove migliorare, di interrogarmi sul da fare.
Ieri mi ha dato la possibilità di chiudermi in camera con mio figlio e ascoltare i suoi dolori, accarezzarlo mentre piangeva e lasciare che sfogasse il suo dolore.
Le lacrime ieri le ho ingoiate io e di fronte ai suoi No….gli ho portato rispetto e ho atteso che qualcosa si sbloccasse.
Giovedì il colloquio è fissato, ma io stavolta ci vado più forte e con il desiderio di far capire cosa si nasconde dietro ad un No, alle botte, e a tanto altro.
La mamma di un bambino "difficile"viene chiamata dalle maestre, dall'educatore del Cre, dai vicini di casa, dalle altre mamme e la prima cosa che le viene detta è "Hai un momento che dovremo parlare di….(aggiungere nome del figlio a piacere) perché in questo periodo faccio un po' fatica."
Dopo questa frase, io sento sempre una leggera morsa allo stomaco e inizio a fare una lista mentale delle mie fatiche, ma sfoggiando il migliore dei sorrisi, chiedo:" Perché è successo qualcosa?".
In genere non mi sono mai sentita dire "No, è solo per capire come mai faccio fatica e vedere come fare per far si che suo figlio/a stia meglio", ma la risposta è sempre "Si, oggi il bambino ha picchiato, morso, detto le parolacce, appiccicato una cicca sulla giacca della professoressa, non è venuta al cre, ha preso dei soldi alla sua compagna, risponde male….etc." Ovviamente in genere mi viene elencato una di queste situazioni alla volta, mai tutte insieme…se no credo non sarei ancora viva.
Quindi io divento la mamma di un bambino "difficile" quando i miei figli manifestano con comportamenti asociali e conflittuali un malessere.
Ovviamente poi segue colloquio con la persona adulta di turno, che mi riferisce dell'accaduto e chiede a me una mano per arginare il problema.
Io prima del colloquio, in genere, provo a parlare con il figlio/a di turno e chiedo "Tutto bene in questo periodo? E' successo qualcosa per caso?" La risposta che esce dalla bocca come una freccia scagliata da un arco è "NO!".
Io mi trovo spiazzata e non so mai se insistere oppure soprassedere e aspettare che l'adulto di turno mi racconti ogni cosa.
Ecco ciò che mi fa male più di tutto, quando sono la mamma di un bambino "Difficile" è il NO!
Ma come No, penso dentro me, ma se qualcuno mi chiede di parlare è per forza successo qualcosa…perché tu figlio/a non me lo vuoi raccontare?
Io mamma dialogo, mamma spiegazione, mamma sediamoci e racconta, mamma come è andata oggi all''asilo….perché No???
Il No è quello che mi fa pensare che forse veramente non li so ascoltare i miei figli, che non mi accorgo prima degli altri che qualcosa non va, che anche quando me ne accorgo (in genere prima della famosa chiamata…io sono già fase acqua alla gola) non riesco a prevenire, fermare, capire, contenere.
Io mamma di un bambino "difficile" poi mi confronto con le altre, con storie di amiche coraggiose, che forse di bambini difficili ne sanno molto più di me, e cerco di scorgere cosa c'è nel fondo del nostri cuori…cosa scatta quando da mamma e basta diventi per un po' mamma di un bambino "difficile"?
Quello che stringe lo stomaco e a volte fa scendere lacrime amare…cosa è?
VERGOGNA? Ma per cosa? Io giornalmente mi faccio un mazzo per dare il mio meglio ai miei figli….e se gli altri pensano il contrario chissene.
DOLORE? Per chi? Per il figlio di turno che non sta bene o per la mia trasformazione da mamma a mamma di un bambino "Difficile"?
RABBIA? Perché ancora una volta non sono riuscita a contenere i miei figli, ad ascoltarli o perché si arriva sempre al fattaccio prima di chiamarmi e non si ascoltano i messaggi che arrivano prima?
In questi giorni sono in modalità mamma di un bambino "Difficile" e questi sentimenti mi nuotano dentro, mi costringono a rivedere le mie modalità di comunicazione, il mio modo di stare con i miei figli, il mio essere mamma, la mia presenza.
Quindi credo che a volte i No e la situazione di mamma di bambino "Difficile" sia anche una fortuna perché mi da la possibilità di fermarmi a pensare, di vedere dove migliorare, di interrogarmi sul da fare.
Ieri mi ha dato la possibilità di chiudermi in camera con mio figlio e ascoltare i suoi dolori, accarezzarlo mentre piangeva e lasciare che sfogasse il suo dolore.
Le lacrime ieri le ho ingoiate io e di fronte ai suoi No….gli ho portato rispetto e ho atteso che qualcosa si sbloccasse.
Giovedì il colloquio è fissato, ma io stavolta ci vado più forte e con il desiderio di far capire cosa si nasconde dietro ad un No, alle botte, e a tanto altro.
Ciao Diana anch'io sono mamma di due gemelle di 5 anni anche noi abbiamo avuto a che fare all'asilo con un bambino che picchiava tutti. Addirittura una delle mie due bimbe non voleva più andare all'asilo. Quando abbiamo fatto la riunione le maestre dicevano che non riuscivano a controllarlo e la m,adre rispondeva che non riusciva a farsi dar retta. Un vero problema, che dirti fortunatamente la nostra fortuna appunto è stata che è stato trasferito in un'altro istituto scolastico.
RispondiEliminaIl problema è che il bambino difficile è il mio, quindi tanta fatica per capire perché e cosa fare per far si che lui stia meglio.
Elimina